Vorrei essere su una scogliera ad ascoltare
gli uccelli che parlano di te di me
che fratelli lontani siamo stati
in quel latte di madre a riempire
i vicoli dei vincoli.
Entrare in chiesa al rumore di zoccoli
strapparmi le vesti di troppo sangue stinte
urlare all'organo di raschiare la tempesta.
Vorrei buttarmi contro spade sguainate
e battermi per la tua vita
che sta finendo in elemosina
dentro un bicchiere di latta,
ultimi spiccioli per un respiro a termine
piegato alla pietà della morfina.
Siamo statue sgrossate dai gemiti,
stravaganze di un estroso calendario.
Donatella Maino, 22 giugno 2007
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