Odore di torba e incenso nel tuo giardino
fratello mio.
C'è un brivido di vita nell'abete
che frangia di natale la finestra,
squarcio di luce che suda tenebra
al lento narrare di aghi e pigne.
E' serpe che s'avvinghia alla gola
il ricordo del tuo corpo martoriato,
il tuo mormorare di Dio
nella bestemmia d'anelito e paura.
Vorrei giungere alla fonte della tua nuova verità,
berti sul filo delle labbra, placare la mia sete,
sfiancare il dolore che stacca le costole,
corde d'arpa mute d'assenza.
Dovrò impedirmi di scrivere impastando terra e bava,
marmo fra le *messi* al camposanto delle utopie.
Donatella Maino, 28 settembre 2007
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