Ora sei cenere
murata alla mia mano:
tempio per contenerti vivo.
Mai il vento passi muto
sul tuo volto compiuto nella morte
sui capelli bagnati
nelle mani costrette al graffio
su gli occhi d'ebano
chiusi alla tua africa.
Avorio con mille segni d'unghia
la legna per l'inverno,
anni salvati dal passo della tigre
per giungerti sorella e madre
prima, appena prima
del cantare in requiem
l'oro rimasto sulle dita.
Donatella Maino, 13 ottobre 2007
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