A mia madre

 
 
Volevi la prova dell'esistenza di Dio,
chissą se l'hai trovata, madre mia.

Vestita d'aria ora sei
al calar del vestito giallo che portavi
nel mutamento nucleare.
 
Le zagare ti solleticavano il viso,
quasi sorridevi nel nuovo progetto
per riscattare lo svincolo alla torma:
 
grappoli di-visi a baldacchino
con intrecci di conforme al vivido
santificarti senza spada.
 
Diafano il commiato
 
la testa era un gran fracasso, attraverso
le orecchie sentivo il mio respiro
e tamburi di cuore pulivano le tue unghie
dai residui di terra, dalle sedute di posa,
per un arcobaleno di cenere.

Donatella Maino 
 
 


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